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sulla promessa scout

Sono cresciuto nel GEI anche se altri impegni e l'età mi hanno allontanato; ... ho vissuto le alterne vicende di opinioni contrastanti che in periodi diversi hanno preso il sopravvento (per semplificare più di destra o di sinistra) tra i membri della associazione.
Anche quando l'Agesci “ritoccò” il testo della promessa togliendo la famiglia e sostituendo la patria con paese, ci fu un dibattito notevole in sede nazionale nel GEI (all'epoca ero in Ronda Nazionale) ... alla fine abbiamo sempre concluso che le parole valgono per il significato che gli si dà e le parole della Promessa non hanno significato rigido, lo testimonia il testo stesso: promessa e non giuramento, e di "fare del mio meglio" che toglie di mezzo ogni assolutismo.
Il pensiero umano vive le sue evoluzioni, così l’accezione che viene data ad ogni parola anche tra i contemporanei. Per fare un esempio la parola "casa" assume un significato diverso in una madre di famiglia piuttosto che in un adolescente, e cento anni fa aveva un significato diverso rispetto ad oggi. Nell'epoca post-moderna (quella attuale) il soggettivismo la fa da padrone, si parla di Cocooning (chiudersi nel bozzolo), la cosa non mi piace ma bisogna prenderne atto: è bello quello che mi piace, è buono quello che mi soddisfa, è vero ciò che mi sta bene, e così via.
I movimenti integralisti ci sono sempre stati ma forse oggi, proprio in contrasto con il soggettivismo generalizzato, hanno ripreso una certa vitalità, la loro opinione è netta: o bianco o nero, con la necessaria amputazione del colore non gradito. Questo vale per l’integralismo religioso (islamico, cristiano o di alcune sette), come per gli animalisti, anche gli atei di alcuni movimenti hanno caratteristiche integraliste e basta visitare il sito dell’ UAAR per rendersene conto.
Ma il mondo e il cuore dell'uomo è più sfumato e la bellezza sta proprio nella varietà dei colori: certe parole come Dio, Patria e Famiglia (chi dice che hanno una connotazione fascista non conosce la storia del movimento scout) stanno lì per aiutare un approfondimento, un confronto, alimentare le scelte della vita, indicano il tutto tondo delle relazioni e del gioco della vita.
Quando nacque lo scoutismo il modello familiare era uno, adesso si contano quasi una ventina di modi diversi di vivere le relazioni familiari: matrimonio civile o religioso, convivenza, separazioni, divorzio diversamente combinati generano talmente tanti modi di essere famiglia da rendere impossibile la comprensione di un modello. Allora dovremmo eliminare quella parola dalla promessa perché umilia chi vive una esperienza diversa dagli altri? Piuttosto occorre liberare le parole da significati univoci ed angusti per dare un respiro ampio ed offrire l’opportunità di un confronto adeguato.
Certo la Patria di cent’anni fa aveva un significato diverso da oggi con l’apertura all’Europa e, se vogliamo, ad una comprensione della mondialità. Il movimento scout è sempre stato molto attento al senso della Fratellanza, al superamento dei confini geografici, culturali e religiosi. Forse possiamo usare un’altra parola meno desueta, però non è il suono delle parola a darne significato piuttosto il tempo che gli dedichiamo per scoprirla, conoscerla e condividerne la portata. Perché le parole, come i simboli hanno la loro portata.
Così per la parola “Dio” che entra nel mondo delle relazioni accettate o rifiutate, cercate o accantonate, ma sempre relazioni. La libertà non sta nella eliminazioni di parole o simboli ma nel rispetto dell’uomo e della sua identità. In nome di una male intesa laicità(*) si vorrebbe eliminare ogni segno di tipo religioso, così facendo è l’identità stessa dell’uomo che viene meno. Le relazioni hanno la loro ricchezza nella diversità delle persone e del loro credo (e non credo), in una società resa piatta ed omogenea il confronto diventa difficile se non impossibile ed ogni relazione si fa sterile.
Non dobbiamo dimenticare che lo scoutismo è un movimento educativo ed una sana e autentica educazione non può avere visioni limitate o a macchia di leopardo. Il pensiero del fondatore è chiaro: Spingere il ragazzo ad apprendere da sé, di sua spontanea volontà, ciò che gli serve per formarsi un carattere forte. Lo scoutismo non ha una dottrina da inculcare o una filosofia da insegnare, lo scoutismo è un allegro gioco all’aperto dove uomini e ragazzi, possono vivere insieme l’avventura come fratelli crescendo in salute e in felicità in abilità manuale e in disponibilità a servire il prossimo. Perché la vita è un gioco che vale la pena giocare con uno sguardo lungo e ampio, profondo e libero.
È anche vero che secondo B.P: Se vuoi veramente intraprendere la tua strada verso il successo, cioè verso la felicità, devi dare una base religiosa alla tua vita.


(*) laico è colui che “non appartiene”. Per esempio i membri laici del CSM non appartengono alla Magistratura, nelle Chiese i laici non appartengono al clero e così via. Lo Scoutismo laico semplicemente non appartiene a strutture religiose o politiche o di qualsiasi altro genere, come è per l’AGESCI che appartiene alla Chiesa Cattolica o negli USA in cui ogni gruppo appartiene ad un suo proprio sponsor (organizzazioni religiose, sportive, culturali, ecc). Questo non impedisce i suoi membri a praticare una religione o esprimere una militanza politica, culturale, ecc. Né impedisce l’associazione ad avere una riflessione a carattere religioso, o spirituale, o politico nella più ampia libertà dei suoi membri.


Ho scritto questo appunto stimolato da: il Circolo UAAR di Pisa (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) che ha scritto una lettera alla Sede Centrale del CNGEI in cui chiede: di iniziare subito una consultazione tra gli e le scout CNGEI di tutte le sezioni italiane sull’esempio dell’associazione britannica per giungere a un’unica moderna e laica formulazione del giuramento in questione capace di esprimere la condivisione per quei valori umanistici comuni a tutte le confessioni religiose e opzioni filosofiche, comprese quelle fatte proprie dai sempre più numerosi non credenti
pubblicata sul sito:
http://www.uaar.it/news/2012/12/15/luaar-pisa-scrive-agli-scout-italiani-dio-patria-famiglia-non-laico/